La decisione di sottoporsi all’intervento
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Troppo spesso si incappa in medici (soprattutto otorini) che promettono “ritocchi” prodigiosi. E troppo spesso, poi, si deve ricorrere ad un secondo intervento per correggere i disastri del primo. Ecco il parere dell’esperto. Ma perchè, soprattutto in provincia, si rischia di essere ”rovinati” da otorini o chirurghi plastici ”improvvisati”?
Il professor Marco Gasparotti, uno dei massimi esponenti della Sicpre (la della Società che raduna l’80% dei chirurghi plastici italiani) ha le idee chiare: «I peggiori nemici della nostra Specialità sono la sua estremizzazione e la cattiva informazione: la chirurgia plastica non è una cosa da fanatici, né da scegliere senza pensarci. I casi di chirurgia plastica disastrosa, infatti, sono nella stragrande maggioranza originati da scelte superficiali e scarsa consapevolezza. Con la salute, sia chiaro, non si gioca».
Tra l’altro, a Frosinone, bisognava intervenire sul naso…
«In chirurgia plastica, l’intervento sul naso è uno dei più difficili e sofisticati e pertanto è necessario acquisire una formazione specifica e di altissimo livello, a cominciare dalla rinoplastica ”strutturale”, cioè di rinoplastica volta all’ottimizzazione del supporto osteocartilagineo e della stabilità a lungo termine. Questo approccio permette di raggiungere un risultato ineccepibile da un punto di vista sia funzionale, sia estetico».
Ma c’è molta confusione: gli stessi medici di famiglia, spesso, non sanno fornire le giuste indicazioni.
«Un valido consiglio è quello di rivolgersi alla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica. Non a caso la Sicpre sta lavorando per creare un documento che “metta ordine” nella materia; ossia un testo che definisca cosa è lecito e cosa no, in termini di età dell’intervento, condizioni di partenza, tecniche operatorie e anestesia».
Se mancano, dunque, questi presupposti è facile cadere in errore.
«Purtroppo casi come questi di Frosinone sono in costante aumento. Io stesso, nel 90% delle volte, devo intervenire per correggere i disastri altrui».
E allora?
«La soluzione è stare lontano da chi promette interventi miracolosi. La Chirurgia plastica va fatta con grande umiltà e mi riferisco soprattutto ai medici che assicurano risultati prodigiosi, venendo meno, in questo caso, al rispetto che si deve verso ogni paziente».
Ma spesso si incontrano anche medici senza scrupoli…
«E’ vero. Soprattutto quando il “ritocco” diventa un regalo di compleanno o addirittura di nozze (fenomeno, questo, in costante crescita). Ecco perché è importante muoversi con grande cautela. Oggi, ad esempio, la Chirurgia plastica, per i ragazzi, diventa un’ossessione. Pertanto bisogna distinguere se l’intervento rispecchia un’esigenza vera, oppure è la richiesta di una persona ossessionata. La bravura di un medico è anche quella di interpretare e decifrare il paziente che ha di fronte. Io, ad esempio, scarto almeno il 40% dei ragazzi che viene per un “ritocco”».
Eppure ci sono pazienti che si rivolgono ad una finanziaria pur di avere i soldi per l’intervento.
«E’ vero, perché la crisi non ha fatto sentire, in maniera significativa, i suoi effetti sul desiderio del “ritocco”. Voglio dire che il numero degli interventi non è diminuito, semmai si fanno quelli che costano meno. Ma si fanno. Ma non potrebbe essere diversamente se ogni giorno la televisione ci bersaglia di messaggi per cui bisogna essere sempre, e in ogni occasione, belli e aitanti. Messaggi forti e amplificati dalle grandi firme (come Gucci, ad esempio) che inondano le strade con cartelloni 6×6. A quel punto una donna (adolescente o sposata che sia) è disposta a tutto pur di emulare quell’immagine. Ma attenzione: il ”ritocco” può aumentare il fascino, ma deve prima di tutto esaltare l’anima, e poi il corpo».
di ALDO SIMONI
Fonte: ilmessaggero.it