Se il lifting è mini
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Gennaio 10, 2013Il Ministro della Salute Balduzzi ha avviato il censimento per individuare le portatrici delle protesi mammarie “Pip” in Italia, le quali hanno dimostrato recentemente di essere cancerogene.
Tutte le strutture ospedaliere che hanno effettuato interventi con questo tipo di impianto – che nel nostro Paese risalgono almeno a 4.300, dovranno consegnare entro 15 giorni una lista delle operazioni eseguite a partire dal 1° gennaio 2001.
Per tutelare la privacy, l’elenco resterà nella disponibilità delle strutture e le comunicazione verrà effettuata tramite le Asl. Successivamente, le Regioni avranno altri 10 giorni per inviare le notifiche al Ministero. Ulteriori provvedimenti di controllo sono stati conferiti ai Carabineri del Nas.
Una volta recepita la totalità delle segnalazioni, saranno resi noti gli eventuali provvedimenti da prendere. Al riguardo, in Francia è stato consigliato l’espianto preventivo a circa 30mila donne.
Nel nostro Paese sarebbero circa 4.300 le portatrici di queste protesi “Poly Implant Prothèse (PIP)”, e per questi casi il Ministero ha già comunicato che gli oneri per gli interventi di espianto saranno a carico suo, “laddove vi sia una indicazione clinico-medica specifica“.
In attesa del censimento, cresce notevolmente la preoccupazione delle italiane che possiedono protesi mammarie, e abbondano le chiamate ai centri medici e ospedali. Al riguardo, il chirurgo plastico Marco Gasparotti, informa che:
“la rottura eventuale della protesi non comporta rischi di vita, ma è fondamentale sottoporsi ad un controllo preventivo attraverso ecografia mammaria e prestare attenzione a possibili mutamenti nella forma della protesi, primo campanello d’allarme“.