Il piano di difesa del longevity institute of Rome
Aprile 24, 2013Un protocollo semplice e complesso al tempo stesso
Aprile 24, 2013Noi non siamo in grado di ridurre l’effetto dell’inquinamento ambientale e, al tempo stesso, non sempre possiamo sfuggire alle città nelle quali viviamo per andare a ritemprarci in zone non inquinate. Quando lo facciamo, di solito ci ritroviamo insieme ad una moltitudine di persone che hanno avuto la nostra stessa idea e che insieme a noi contribuiscono a portarci dietro gas di scarico e stress da viaggi che simulano odissee. Una scelta di vita controcorrente che preveda di andare a vivere in ambienti dove la natura non è ancora contaminata è spesso in contrasto con le necessità del lavoro e della famiglia e, dopo tutto, molti di noi preferiscono un po’ di smog alla purezza dell’aria di borghi tranquilli e solitari dove però mancano le attrattive di carattere commerciale alle quali siamo comunque abituati e delle quali, forse, non sappiamo farne a meno. Ma c’è qualcosa che possiamo fare: possiamo impegnarci per ridurre al minimo l’introito di cibi che favoriscono la produzione di radicali liberi.
Evitare cibi che producono radicali liberi.
I cibi che contribuiscono a produrre radicali liberi si possono raggruppare in tre categorie:
1. Cibi che sono ricchi di additivi chimici,
2. Cibi che producono un eccesso di acidi,
3. Cibi ad alto contenuto di zuccheri e di grassi.
Prima di affrontare singolarmente ognuno di questi argomenti, è necessario soffermarci sul termine bilancio e sul suo significato in questo ambito. Per farlo, proviamo ad immaginare un equilibrista che, in piedi su una fune sospesa, cerca di combattere la forza di gravità per non cadere al suolo e, per farlo, sfrutta la stessa forza di gravità per cui, se egli pende troppo da un lato, muovendo il corpo nella direzione opposta riesce a non cadere.
Ebbene, l’azione continua degli antiossidanti contro i radicali liberi consente di mantenere un giusto equilibrio: laddove ci sia un aumento della produzione di questi ultimi l’organismo deve avere a disposizione una quantità adeguata di antiossidanti per bilanciarne l’azione negativa e per non far perdere alla cellula il giusto equilibrio necessario per la sua corretta funzione.
Cibi che sono ricchi di additivi chimici
Sicuramente ricorderete quando, ormai venti anni fa, vennero tolti i cosiddetti coloranti agli alimenti perché a tali sostanze era stato riconosciuto un ruolo cancerogeno. Da allora la ricerca per il miglioramento degli alimenti ha fatto notevoli passi avanti fino alla recente affermazione delle colture cosiddette biologiche e degli alimenti che da queste provengono, che non contengono cioè al loro interno e per le quali non vengono utilizzate sostanze diverse da quelle che il nostro organismo, sapendole riconoscere, è in grado di metabolizzarle con facilità e senza produzione di residui tossici. Tra le sostanze ricche di additivi chimici, non più presenti in commercio e quelle completamente biologiche, esiste un vasto territorio dove le necessità economiche delle multinazionali incontrano le necessità pratiche di molti consumatori ed entrambi risultano impegnati a cercare il giusto equilibrio tra la praticità della conservazione degli alimenti o la precottura degli stessi e le esigenze del benessere. E’ chiaro che un minestrone di verdure comprate al mercato e consumate il giorno stesso avrà dei vantaggi nutrizionali rispetto a quello surgelato e di più facile preparazione.
Se il consumo di alimenti addizionati di conservanti risultasse quotidiano è probabile che il nostro organismo potrebbe non essere in grado di contro bilanciare gli effetti negativi di tali additivi. In questi casi sarebbe necessario quanto meno addizionare alla dieta un giusto apporto di anti ossidanti.
Cibi che producono acidi
Il mantenimento di un pH neutro o lievemente alcalino è un’ottima difesa anti ossidante contro i radicali liberi. Il pH misura la presenza degli ioni idrogeno (H+) nei nostri liquidi e tessuti biologici e, in tal modo, indica se vi è acidità (aumento degli H+) o alcalinità (riduzione degli H+). La miglior difesa antiossidante nei confronti dei radicali liberi è appunto il mantenimento di un valore di pH neutro o di lieve alcalinità. Perché? L’azione degli antiossidanti, in particolare del SOD è quella di trasformare i radicali liberi (ossidati) in perossido di idrogeno (H2O2) il quale, in questa forma, è meno dannoso e può essere scisso da un altro enzima, la catalasi, in acqua (H2O) e ione idrogeno (H+). Se ci fosse una acidosi, questa reazione sarebbe resa più difficile dalla aumentata presenza di H+ che bloccano questa trasformazione. Dunque gli antiossidanti e in particolare quelli già presenti nel nostro organismo svolgono la loro funzione a livello ottimale se si trovano in un ambiente che non sua acido. Quali sono i cibi che producono acidi? Li elencheremo in maniera completa quando parleremo della dieta, intanto ve ne indico alcuni: zucchero, farina bianca, molti dei cereali in commercio, pesce, pollame, uova e carne.
Quali sono i cibi alcalini?
Frutta, tutte le verdure, i legumi, i prodotti della soia. Per mantenere un pH ottimale occorrerebbe consumare un 60-75 % di cibi alcalini e un 40-25% di cibi acidi.
Ora possiamo dire che gli inquinanti e gli additivi di cui abbiamo detto prima, acidificano il nostro organismo.
Cibi ad alto contenuto di zuccheri e di grassi
Oltre a rappresentare entrambi cibi che producono acidi, gli zuccheri semplici e i grassi, rappresentano le sostanze di provenienza alimentare con cui l’ossigeno reagisce, all’interno delle cellule, per formare energia. Siccome da questa reazione (ossidazione) si formano anche i radicali liberi, appare chiaro che un eccessivo consumo di queste sostanze altamente energetiche cioè che richiedono molto ossigeno per la loro utilizzazione (soprattutto gli zuccheri semplici), comporta una aumentata produzione di radicali liberi.